La crisi finanziaria in atto ha indotto i risparmiatori ha porsi diversi interrogativi sulle garanzie dei prodotti finanziari in portafoglio. E nelle ultime settimane anche i sottoscrittori di fondi comuni hanno ricevuto dai loro intermediari le rassicurazioni sulle garanzie offerte dal loro investimento: il fondo comune prevede la garanzia del patrimonio separato e della banca depositaria. In altri termini, in caso di insolvenza della società di gestione (mai verificatasi nei 25 anni di storia dei gestori di diritto italiano), i titoli e gli euro di pertinenza dei clienti vengono loro restituiti. La banca depositaria ha l'obbligo di custodire questi valori.
La garanzia, però, riguarda la liquidabilità ma non il valore delle quote e la consistenza degli investimenti. Prima di sottoscrivere un fondo è bene informarsi sulle strategie seguite dal gestore e sui titoli finanziari può inserire nel portafoglio del fondo. Nel caso del fondo "Credit Suisse Bond Fund (Lux) Target Return" che il colosso elvetico ha deciso di liquidare nel documento di offerta era espressamente indicato che la qualità creditizia dell'universo di investimento era nella fascia bassa dell'investment grade, cioè con rating da "BBB-" ad "A+" secondo Standard & Poor's.
Il team di gestione del fondo liquidato dalla casa d'investimento elvetica si è presentata all'appuntamento del crack Lehman (15 settembre 2008) con un portafoglio diversificato per il 46% su titoli corporate con rating singola "A", il 28% su bond tripla "B", il 6% in titoli doppia "B" e il 10% in obbligazioni societarie singola "B". Titoli rischiosi "anche" per le agenzie di rating che in queste settimane sono finite sul banco degli imputati per via dei facili giudizi positivi assegnati a società fallite o sull'orlo del fallimento. Tra i primi dieci titoli in portafoglio del fondo chiuso da Credit Suisse figuravano anche due (Glitnir Banki e Landsbanki) delle tre banche islandesi finite in amministrazione controllata.
gianfranco.ursino@ilsole24ore.com